ABSPATH:/home/bacchi5/public_html/cimebianche_w/; WPINCwp-includes;{"id":2091,"date":"2024-12-20T08:36:39","date_gmt":"2024-12-20T08:36:39","guid":{"rendered":"https:\/\/cimebianche.it\/?page_id=2091"},"modified":"2024-12-20T10:27:54","modified_gmt":"2024-12-20T10:27:54","slug":"rhodesian-ridgeback-la-storia-della-razza","status":"publish","type":"page","link":"https:\/\/cimebianche.it\/rhodesian-ridgeback-la-storia-della-razza\/","title":{"rendered":"Rhodesian Ridgeback: la storia della Razza"},"content":{"rendered":"\n

Rhodesian Ridgeback: la storia della Razza<\/h1>\n\n\n\n

di Giovanna Bacchini Carr<\/p>\n\n\n\n

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Il Rhodesian Ridgeback \u00e8 l’unica razza riconosciuta originaria delle zone meridionali dell’Africa australe. La sua caratteristica particolare, che lo standard descrive come \u201cemblema della razza” e dalla quale deriva anche il suo nome (ridge=cresta, back=dorso), \u00e8 una striscia di pelo sulla schiena che cresce in direzione opposta al resto del mantello
e che deve corrispondere ad un disegno dettagliatamente descritto nello standard.
La storia del Rhodesian Ridgeback, come del resto quella di ogni razza domestica, si svolge attorno la storia dell’uomo: qui si tratta quindi di storia del con\ufb01nente africano, nella quale la migrazione di popoli, sia bianchi che neri, \u00e9 una costante nel tempo.<\/p>\n\n\n<\/div><\/div>\n\n\n\n

La cresta era presente nel cane semi-selvatico di una popolazione chiamata Khoikhoi, che insieme con altre due trib\u00f9, i Boscimani e gli Zulu intorno a1l’anno 500 abbandonarono le coste del Medio Oriente di cui erano originari e dopo una lunga migrazione durata circa mille anni si stabilirono sulle coste de1l’africa australe: i Boscimani nelle zone desertiche dell’Africa sud occidentale (odierna Namibia – Kalahari), i Khoikhoi nella zona attorno al Capo e gli Zulu sulle coste sud orientali. <\/p>\n\n\n\n

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Erano tre popoli profondamente diversi, ma che descriveremo sommariamente come agricoltori, pastori e cacciatori. La loro unica ricchezza era rappresentata dagli animali domestici con i quali divisero il loro lungo viaggio attraverso l’Africa. Questi animali sono gli antenati di quelle razze che dopo secoli di selezione oggi sono l’orgoglio degli allevatori sudafricani: le pecore dorper, le vacche bonsmara ed il cane Rhodesian Ridgeback.<\/p>\n<\/div><\/div>\n\n\n\n

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Tra le razze canine riconosciute ne esiste soltanto un’altra che presenta la caratterisiica cresta di pelo sul dorso: il Thai Ridgeback Dog. E’ un cane di tipo Spitz, ben differente nell’aspetto generale dal Rhodesian Ridgeback, \u00e8 stato riconosciuto solo di recente, e trae le sue origini sicuramenne da un altro cane crestato anch’esso di tipo spitz presente da secoli sull’isola di Phuc Quoc, al largo delle coste thailandesi.<\/p>\n<\/div>

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Ipotizzare un collegamento tra il cane crestato africano e il cane crestato asiatico \u00e8 naturale, considerati gli assidui scambi commerciali che per secoli sono intercorsi tra Africa e Asia, (fenici, arabi e pi\u00f9 recentemente olandesi e portoghesi). Tuttavia non si pu\u00f2 scartare la teoria di una semplice mutazione genetica parallela.
Verso la met\u00e0 del 1600 i primi coloni boeri approdarono nella provincia del Capo e dall’Olanda portarono tante razze europee. I loro cani dovevano proteggere gli altri animali domestici e le propriet\u00e0, mentre il cane dei Khoikhoi, di tipo spitz e con la cresta sul dorso, oltre che un buon guardiano era anche un cacciatore invidiabile, e ovviamente avvezzo a tanti fattori cui le razze europee non erano resistenti: le tremende escursioni termiche degli altipiani sudafricani, le grandi prede africane\u2026. in de\ufb01ni\ufb01va delle ottime ragioni per incrociarlo ripetutamente con le razze di provenienza europea. Fu cosi che la cresta rimase, mentre cominci\u00f2 a scomparire l’aspetto di tipo “sciacallo” con i1 quale il cane ottentotto \u00e8 rappresentato in un bellissimo libro del Dottor David Livingstone “Livingstone’s Missionary travels in Southern Africa” del 1870.
Nel XIX secolo gli afrikaner si mossero verso nord-est, verso le zone oggi note come Orange e Transvaal, e fu cosi che il Rhodesian Ridgeback si trasform\u00f2 in scorta alle carovane del suo padrone durante il cosiddetto \u201dgreat treck”.<\/p>\n\n\n\n

A questo punto interviene l’opera di un’altra popolazione: quella dei missionari e dei grandi cacciatori inglesi.<\/p>\n\n\n\n

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Mentre gli afrikaner certamente avevano delle priorit\u00e0 pi\u00f9 impellenti della selezione di una razza di cani, i missionari e i cacciatori inglesi, colpiti dalle qualit\u00e0 di questa razza, nota allora come “steekbaar” o anche “cane boero”, lo portarono con loro al nord in quelle zone oggi note come Zimbabwe e Zambia (Rhodesia del Sud e Rhodesia del Nord) allora paradiso dei cacciatorl di prede e dei coltivatori di anime, dove iniziarono un lavoro di selezlone principalmente mirato a raffinarne le qualit\u00e0 di intelligente e coraggioso cacciatore, istintivamente rispettoso delle grandi prede.<\/p>\n<\/div><\/div>\n\n\n\n

Al sangue Pointer, Greyhound e Bulldog gi\u00e0 usato dai boeri per gli incroci originari con il cane Khoikhoi viene aggiunto quello di Irish terrier, di Collie e di Alano.
Cosi il \u201ccane boero” divenne “cane da leone”; il guardiano delle mandrie, il cane di scorta alle carovane diventa prettamente un cacciatore. Accompagna i vari Selous, Scout e van Rooyen nelle loro cacce alle grandi prede africane e, in cambio, stabilita una buona omogeneit\u00e0 tra i soggetti, finalmente ottiene il riconoscimento come razza. Siamo nel 1924. ll Ridgeback cacciatore \u00e8 un cane da piccole mute di quattro o cinque cani, che segnalano il selvatico, lo inseguono e lo trattengono senza per\u00f2 toccarlo. La sua agilit\u00e0 gli permette di evitare quei contatti \ufb01sici con le grandi prede africane che non potrebbero che essergli fatali. Nel suo lavoro di guardiano il Rhodesian Ridgeback adotta la medesima tattica: segnala, ferma l’intruso, con rispetto, ma non codardia.
E’ interessante sapere che Francis R. Barnes, l’uomo che stese lo standard, come rimane scritto in una sua lettera ad un allevatore nel 1924, us\u00f2 come base per il suo lavoro lo standard del dalmata, perch\u00e9 questo si avvicinava molto al \u201ctipo” che egli cercava. Stando allo standard poche sono le differenze fondamentali e in conclusione il Rhodesian Ridgeback potrebbe esser descritto come un dalmata pi\u00f9 possente, rosso, senza macchie e con una cresta sulla schiena!<\/p>\n\n\n\n

Per descrivere il Rhodesian Ridgeback sono suf\ufb01cienti poche parole.
ll Rhodesian Ridgeback deve essere un cane che non da nell’occhio: l’equilibrio, sia \ufb01sico che mentale \u00e8 la sua caratteristica basilare. Fisicamente nessuna caratteristica deve essere marcata in modo particolare, nello standard infatti il termine “moderate” viene ripetuto molte volte.
ll Rhodesian Ridgeback che si fa notare sul ring per qualche carattere in particolare nel quale eccede, non necessariamente un carattere negativo, ma anzi magari un carattere considerato positivamente in altre razze, come pu\u00f2 essere un movimento molto elegante o un collo molto lungo o quant\u2018altro, proprio per questa esagerazione perde di tipicit\u00e0. Direi proprio che la caratteristica pi\u00f9 saliente del Rhodesian Ridgeback \u00e8 quella di non farsi notare, o se vogliamo di farsi notare solo per l’armonioso equilibrio delle sue forme. Nella nostra era malata di protagonismo, questo carattere \u00e8 senza dubbio poco apprezzato, e troppo spesso penalizzato! Spesso i \u201ctop winner” di oggi diventano tali per la propria personalit\u00e0 o per qualche caratteristica particolarmente marcata: nel Rhodesian Ridgeback l’esagerazione va penalizzata in quanto il tipo Ridgeback \u00e8 stato e voluto moderato in tutte le sue forme ed espressioni.
L’equilibrio \u00e8 anche la caratteristica mentale pi\u00f9 saliente del Rhodesian Ridgeback. Nato per fare il guardiano, cresciuto per scortare le carovane, selezionato come cacciatore dal coraggio intelligente, il Rhodesian Ridgeback \u00e8 quanto di pi\u00f9 in antitesi vi sia con la nostra era della specializzazione. Nonostante sia un cacciatore dal naso eccellente, il suo coraggio ne faccia un guardiano \ufb01dato e il suo equilibrio lo renda il compagno ideale di grandi e piccini, il Rhodesian Ridgeback non \u00e8 migliore dei suoi colleghi europei che per anni sono stati selezionati per eccellere in una sola di queste attivit\u00e0, ma certamente in tutte si guadagna una lode.
Senza dubbio la costante che lo ha accompagnato nella ricerca di un’identit\u00e0 di razza \u00e8 l’uomo come centro delle sue attenzioni e tutt’oggi il Rhodesian Ridgeback \u00e8 un gran compagno, che si adegua facilmente a ricoprire qualsiasi ruolo gli venga richiesto.
E’ forte e brillante di carattere; dominante, ma non aggressive con i con specifici; sempre all’erta con gli sconosciuti, ma mai pauroso n\u00e8 aggressivo. Non \u00e8 facile all’addestramento perch\u00e9, dovendo sapersi arrangiare in situazioni estreme, deve poter proporre una propria iniziativa, quindi non accetta di buon grade l’imposizione, mentre apprezza la collaborazione: risponde positivamente ad un addestramento continuo, coinvolgente e veloce nei tempi.
Mentre in condizioni di vita rurale la sua gestione \u00e8 molto semplice, in condizioni di vita urbane \u00e8 un cane decisamente molto esigente dal proprietario; non lo descriverei inadatto alla vita cittadina, quanto piuttosto lo considero sprecato a condurre una vita di tipo prettamente urbano, in quanto le sue qualita sia \ufb01siche che caratteriali in tale ambiente non hanno la possibilit\u00e9 di maturare nel modo corretto.
La versatilit\u00e0 e l’equilibrio sono le doti che hanno permesso al Rhodesian Ridgeback di compiere un lungo cammino attraverso l’Africa e di affermarsi con successo in tutti i continenti. Sono doti invidiabili, degne di essere salvaguardate e rispettate, che non possono venir evidenziate nelle esposizioni di bellezza, n\u00e9 stabilite per iscritto, ma che verranno apprezzare soltanto vivendo al \ufb01anco di un Rhodesian Ridgeback.<\/p>\n\n\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Rhodesian Ridgeback: la storia della Razza di Giovanna Bacchini Carr La cresta era presente nel cane semi-selvatico di una popolazione chiamata Khoikhoi, che insieme con altre due trib\u00f9, i Boscimani e gli Zulu intorno a1l’anno 500 abbandonarono le coste del Medio Oriente di cui erano originari e dopo una lunga migrazione durata circa mille anni … <\/p>\n